In questi giorni c’è un interessante spunto sollevato da un post di Alexis Rilko, ( Link al post originale in francese, Link alla discussione linkedin in inglese) che ha mostrato test comparativi tra i risultati delle ricerche su ChatGPT, Google e Bing.
Dai suoi test risulterebbe che oggi ChatGPT restituisce risultati molto più simili a quelli di Google (con un 90% di somiglianza) rispetto a Bing (solo 30%).
Questo alimenta l’ipotesi che OpenAI stia utilizzando l’indice di ricerca di Google al posto di quello di Bing, magari come parte del recente accordo stretto con Google Cloud.
Tuttavia, Mike Blumenthal ha fatto notare come questo scenario abbia confini ancora molto incerti , anche perché in Europa il Digital Markets Act (DMA) prevede che Google debba rendere disponibili più dati e favorire la concorrenza e ChatGPT potrebbe averlo acquistato solo qui da noi, nella UE.
In test simili fatti negli USA non si riscontra la stessa sovrapposizione, specie per le ricerche locali.
Una nota mia: da molti anni parlo di come la “Local sia Local” anche nella applicazione, e sicuramente l’applicazione piena del DMA ci differenzierà molto con gli USA. Ci saranno sistemi differenti.
Qui entra un punto cruciale: Google ha due anime, l’indice di ricerca “generale” e il local graph, cioè l’enorme database che alimenta Maps, le schede locali, le recensioni e tutte le informazioni di business.
Secondo Blumenthal è molto improbabile che Google conceda l’accesso a ChatGPT al suo local graph, perché proprio il local è la principale difesa competitiva di Google rispetto a chi oggi fa AI search. Per Google, la local search e la mole di dati che possiede (recensioni, orari, foto, aggiornamenti su strade e aperture) sono un vantaggio che non può cedere.
Luca Bove
