Google Maps: da strumento di navigazione a punto di partenza per la ricerca locale

Aggiornato il 15 Maggio 2025

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Viviamo in un’epoca multicanale in cui i consumatori utilizzano una varietà di piattaforme per iniziare il proprio percorso di scoperta di brand e di ricerca, soprattutto quando si tratta di bisogni da soddisfare localmente. Una recente ricerca di BrightLocal, condotta negli Stati Uniti, ha messo in luce quali sono i canali default, ovvero quelli considerati “di base”, per le ricerche locali.

Google domina la scena con il 45%, seguito da Google Maps con il 15%. In USA le app di ricerca locale rappresentano un quinto del volume complessivo se includiamo anche Apple Maps (4%) e Bing Maps (1%).

Consumer Search Behavior

È interessante notare come, negli Stati Uniti, dove il DMA (Digital Markets Act) non esiste, Google Maps venga utilizzato direttamente come punto di partenza, non solo come supporto alla navigazione. Io, ad esempio, ho iniziato a preferire l’app Maps come strumento di ricerca autonomo, recentemente a causa del peggioramento dell’esperienza utente su Google Search a causa proprio del DMA.

Questo rende evidente quanto sia cruciale presidiare attivamente Google Maps, non più solo come canale di supporto, ma come piattaforma chiave e indipendente per l’acquisizione della domanda locale.

Le differenze generazionali aggiungono ulteriore complessità: la Gen Z e i Millennials fanno ampio uso dei social (TikTok in particolare) per le ricerche, ma lo studio conferma che anche queste fasce d’età utilizzano Google Maps in maniera rilevante.

Consumer Search Behavior

In definitiva, Google Maps va considerato a pieno titolo un canale primario di marketing locale, da ottimizzare con cura e continuità per facilitare l’accesso alle informazioni e “intercettare” l’intento dell’utente fin dal primo passo.

 

Una risposta

  1. La critica che hai sollevato è condivisa da molti. Se da un lato il DMA ha indubbiamente l’intento di rompere i monopoli e favorire la competizione, dall’altro lato, la sua implementazione pratica ha in effetti peggiorato il risultato.
    La gran parte degli utenti danno la “colpa” a Google per un servizio d’informazione scadente e non ad un regolamento che, nella sua applicazione, costringe il motore di ricerca a posizionare “in anteprima” directory come ad esempio ProntoPro o Pagine Gialle che grazie a questo si sono rivitalizzate, nonostante siano obsolete e con un database non aggiornato.

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