Zero Click in ambito local search: ma chi se ne frega

Aggiornato il 24 Giugno 2025

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Rand Fishkin ha rilasciato recentemente uno studio riguardo il fenomeno dei zero-click in USA e UE. Quello che è uscito è una percentuale molto elevata di risultati con zero clic (60% nell’UE), ma questo si sa da tempo.

E quando si verifica un clic (40% nell’UE), gran parte di quel traffico rimane all’interno dell’ecosistema Google (24% nell’UE). Ciò significa che solo il 37% dei comportamenti di ricerca si traduce in clic su siti (o annunci) esterni, ovvero sui nostri siti web.

Tra l’altro lo studio sostiene che Google non è minacciato dai concorrenti dell’intelligenza artificiale e che  le ricerche per utente sono in aumento.

Ma davvero questo comportamento, oramai conosciuto come zero clic, deve preoccupare noi che ci occupiamo di marketing per attività locali?

La risposta in generale è NO.

L’indicatore di successo finale rimane l’acquisto, ma quello intermedio per le attività locali  è l’entrata in negozio (o altro spazio fisico) o un contatto offline come telefonata o messaggio. Interessa di più il floor traffic rispetto al web traffic.

Quindi anche se il potenziale cliente non clicca sul nostro sito web, ma viene colpito positivamente dai contenuti della scheda GBP (immagini, descrizione, post, servizi, …) e poi ci contatta oppure, meglio ancora, viene direttamente in negozio è un successo.

Certo la misurazione non è facile, ma in questo ambito si fattura così.

Cosa fare quindi? Cura la scheda, tienila sempre aggiornata e mettici costantemente buoni contenuti. L’utente ringrazierà e tu avrai più clienti.

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