La local search è ormai un mercato che sta entrando nel vivo, sia per le web agencies, di cui sta diventando il pane quotidiano, sia per le piccole e medie imprese che possono vedere in questa nuova possibilità un ottimo modo per pubblicizzarsi localmente e per far crescere contatti e passaparola.
L’ascesa degli smartphone di ultima generazione, con schermo sufficientemente grande tanto da poter navigare in tutta comodità sul web, ha reso ancora più affascinante questa nuova sfida. Sì, perché le ricerche di tipo locale (quali attività commerciali o industriali presenti in una determinata zona) sono strettamente legate al mobile e molto spesso chi è “on the road” compie ricerche di questo tipo direttamente sul cellulare. Il tutto si traduce in potenzialità estremamente vantaggiose, ma soltanto se prima si provvede alla risoluzione delle relative problematiche. Un nuovo mezzo, infatti, impone nuove scelte. Sempre tenendo fermi i numeri da valutare che diventano sempre più importanti.
Tra le ricerche effettuate da apparecchi mobili, infatti, circa il 40-50% sono ricerche propriamente local e molto di questo traffico finisce quindi per passare su siti come Google Maps e Yelp per poi atterrare sulle relative pagine delle attività ricercate, pagine che sono già predisposte per ricevere traffico mobile. Tuttavia, una parte importante di questi utenti non si ferma qui, ma prosegue il percorso andando a visitare per scoprire tutti i dettagli anche il sito web dell’attività prescelta, magari pubblicizzato sulle stesse Pagine di Google Plus local, Places o Yelp. Qui risulta esserci uno dei maggiori inghippi, perché ad oggi appena il 5% dei siti web risulta essere aggiornato alla visualizzazione su smartphone e cellulari, così l’utente si trova ad affrontare un’esperienza spiazzante su un sito web che diventa del tutto confusionario sullo schermo di un cellulare e che lo porta spesso e volentieri ad abbandonare il sito per tornare su nuove ricerche.
Questa problematica insorge perché fino a poco tempo fa il web era l’unico canale di accesso per i siti delle piccole e medie imprese, che non si sono quindi poste il problema di realizzare dei siti ottimizzati per il traffico mobile. Paradossalmente, chi apre un sito web oggi lo predispone già per gli apparecchi mobili, mentre a trovarsi maggiormente in difficoltà sono le aziende che da tempo avevano provveduto a dotarsi di sito internet, magari anche splendidamente organizzato dal punto di vista grafico e dei contenuti. Si viene a creare così una mancanza di coordinazione tra la Pagina local e il sito web, che può portare l’utente a virare verso altre soluzioni.
Ecco perché, anche se apparentemente dover ri-ottimizzare o anche rifare un intero sito web può sembrare uno spreco di denaro, in considerazione soprattutto del fatto di averlo realizzato soltanto uno o due anni prima, in realtà può essere una scelta che si rivela azzeccata nel medio e lungo termine. Così facendo, infatti, si abbassano le possibilità di “fuga” da parte di tutti quegli utenti che cominciano ad utilizzare abitualmente le ricerche locali su apparecchi smartphone.
2 risposte
Ma non sara’ il progresso tecnologico unito al 4G a colmare questa lacuna? Vale la pena investire o non conviene aspettare.
parlo della ristrutturazione dei siti per dispositivi mobili. Davvero fra 12 mesi 18 gli smartphone non saranno in grado di rendere le pagine come un PC ? Chiedo
Di fatto il mobile è già una realtà! Poi un sito per smartphone deve essere un pochino differente da quello per PC perché viene usato diversamente, in contesti diversi, con obiettivi diversi.